7 febbraio ore 20,45
8 febbraio ore 10,00 matinèe
9 febbraio ore 10,00 matinèe
10 febbraio ore 17,00
12 febbraio ore 10,00 matinèe
di e con Pierluigi Corallo
Consigliato per la Scuola Secondaria di primo e secondo grado
Lo spettacolo è un monologo che prende a pretesto un personaggio come Walt Disney per far riflettere sui desideri, le ambizioni e i progetti futuri. Una riflessione su cosa sia un progetto di vita, che cosa significa non demordere per raggiungere i propri obiettivi e quanto, a volte, le scorciatoie siano sconsigliabili.
Il punto di partenza è la celebre frase di Walt Disney: “Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo”
Walt Disney/Pierluigi Corallo narra le sue vicende, interrotto da altri tre personaggi ognuno dei quali rappresenta un approccio alla vita. Dal distributore truffaldino che crede nelle spinte e nelle raccomandazioni come unica soluzione, all’ansioso fratello maggiore che vede sempre tutto irrealizzabile e per finire al suo migliore amico nonché disegnatore. Walt Disney traccia un racconto e stimola gli spettatori a pensare ai propri obiettivi e a non demordere per ottenerli, dando loro preziosi consigli alla luce delle sue disavventure e dei suoi trionfi.
Pochi sanno che Disney all’inizio della sua carriera, alla vigilia del suo primo grande successo con il disegno animato “Osvald, il coniglietto coraggioso”, fu tradito dai suoi disegnatori, raggirato dal suo distributore e si trovò da un giorno all’altro senza collaboratori e senza i diritti di immagine che aveva improvvidamente ceduto alla Universal. Una situazione assurda che Disney affrontò senza disperarsi. Consigliato anche dalla moglie decise di accorciare le orecchie al coniglio e di farne un topo, che diventerà il simbolo dei cartoni animati per tutte le generazioni future. E fece la sua fortuna.
Durata 60 minuti + dibattito a fine spettacolo
22 > 23 febbraio 2024 matinée ore 10,00
24 febbraio 2024 ore 17,00
26 > 27 febbraio 2024 matinée ore 10,00
fiaba musicale ispirata al racconto di Luigi Capuana
drammaturgia Giuseppe Bisicchia
regia Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi
con Raffaella Bella, Giuseppe Brancato, Daniele Bruno, Massimo Giustolisi, Marina Puglisi, Daniele Virzì
e con Federica Fischetti, Giulia Rizzo, Giada Romano, Graziana Spampinato Allieve di Buio in Sala
musiche originali e arrangiamenti Ettore D’Agostino
movimenti coregrafici Massimo Giustolisi
scene e costumi Laboratorio Teatro Stabile di Catania
regia Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi
produzione Teatro Stabile di Catania
Fiaba musicale ispirata al racconto di Luigi Capuana, nella cui variegata produzione letteraria le fiabe occupano un posto di grande risalto. A firmarne la drammaturgia e la regia Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi, nati professionalmente nella Scuola del Teatro Stabile, e da dieci anni protagonisti della scena teatrale catanese con la Compagnia Buio in Sala. Uno spettacolo adatto ai ragazzi ma, per la sua poetica, anche agli adulti.
La storia racconta di un regno governato da un sovrano avido e tiranno, una povera donna è costretta a nascondere il figlioletto per evitare di pagare troppe tasse. Ma il neonato non fa altro che piangere e nessuno capisce il perché, fino a quando non interverrà un saggio e potente mago che intreccerà il destino della povera madre proprio con quello del re. E il soldo bucato? Se nell’immaginario collettivo “non valere un soldo bucato” equivale a valere nulla, in questa fiaba quest’oggetto misterioso sarà il simbolo del sovvertimento dei valori: non basta, infatti, avere una corona sulla testa e nobili origini per stare al di sopra della legge e della morale, ma solo il duro lavoro, la generosità e l’attenzione nei confronti dei più deboli, conferiscono il più alto dei titoli che si possano meritare.
5 > 6 marzo 2024 matinée ore 10,00
5 marzo 2024 ore 20,45
tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia
trasposizione teatrale e regia Francesco Catalano
con Loredana Cannata, Alessio Caruso, Roberto Negri, Giada Colonna
scene e costumi Katia Titolo
musiche Fabio Lombardi
produzione Associazione Culturale LAROS di Gino Caudai
Consigliato per la Scuola Secondaria di primo e secondo grado
Ettore Majorana, scomparso nel 1938 dopo essere partito in nave da Palermo, ma mai approdato a Napoli, era un promettente fisico siciliano, chiuso in sé stesso e concentrato su studi di cui non parlava con nessuno, forse perché aveva intuito prima di ogni altro la strada per la creazione di una devastante arma nucleare, e ne era rimasto atterrito al punto da volersi estraniare dal mondo prima che questo precipitasse nel baratro dell’era atomica. Questa è la tesi di fondo di Leonardo Sciascia che allo scienziato ha dedicato uno dei suoi libri più illuminati.
Questo spettacolo è un’indagine poliziesca con quattro protagonisti. Una donna medico che nel 1945 si trova a soccorrere in un ospedale di provincia un uomo avvolto in una tunica di certosino che rifiuta di rivelare la sua identità. Un commissario di pubblica sicurezza che crede di riconoscere in lui Ettore Majorana. Laura Fermi moglie dell’illustre Premio Nobel che viene convocata per riconoscere l’uomo. Questi quattro personaggi per tutta la notte daranno vita a una sorta di processo dove l’intruso si trasformerà da imputato in accusatore, da inquisito in voce della coscienza.
11 > 12 aprile matinée ore 10,00
13 aprile pomeridiana ore 17,00
15 > 16 aprile matinée ore 10,00
soggetto, adattamento teatrale e regia di Ezio Donato
Personaggi e interpreti
Narratore Ezio Donato
Zeus Franz Cantalupo
Europa Gaia Lo Vecchio
Cloris Evelyn Famà
musiche Matteo Musumeci
movimenti coreografici Donatella Capraro
luci e installazioni video Gaetano La Mela
scene e costumi Riccardo Cappello
produzione Teatro Stabile di Catania
Consigliato per la Scuola Secondaria di primo e secondo grado
Lo spettacolo vuole far rivivere sulla scena il mito fondativo di Europa, la fanciulla che dal Libano fu rapita da Zeus, trasformatosi in toro per amore. La fanciulla che non sospetta che il bianco torello su cui è salita in groppa sia il più importante Dio dell’Occidente, si lascia trasportare dal Medioriente, sua patria d’origine, attraverso il nostro mare Jonio, fino a Creta, luogo simbolo della nascita della cultura greca e del pensiero occidentale.
Col racconto di questo rapimento, i greci ci hanno tramandato la fondazione del nostro continente e di tutti i conflitti che da quel momento in poi caratterizzeranno la separazione dell’Europa dall’Asia, due regioni del mondo portatrici ancora oggi di religioni e culture diverse e spesso antagoniste.
Lo spettacolo è un viaggio dalla mitologia ai giorni nostri, alla scoperta di Europa attraverso i classici latini e greci fino ad un idillio del giovane Giacomo Leopardi e a un racconto di Massimo Bontempelli. In un momento in cui ciascuno di noi è costretto quotidianamente a fare i conti con le durissime conseguenze pratiche del modo approssimativo con cui simili questioni sono state affrontate dalle passate generazioni, il racconto scenico Europa propone un’avvincente inchiesta intorno all’origine della nozione di identità europea. Non un semplice spettacolo, ma un articolato progetto
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