Spettacoli Per Le Scuole E Le Famiglie – Sala Verga

12 Novembre ore 10,00 matinèe

Guerra e pace

di Lev Tolstoy
adattamento Gianni Garrera
regia Luca De Fusco
aiuto regia Lucia Rocco
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
creazioni video Alessandro Papa
con Pamela Villoresi, Francesco Biscione Raffaele Esposito, Giacinto Palmarini Paolo Serra, Federico Vanni
Mersila Sokoli, Alessandra Pacifico Lucia Cammalleri, Eleonora De Luca produzione Teatro Biondo Palermo Teatro Stabile di Catania
Teatro di Roma – Teatro Nozionale

Dopo il successo di Anna Karenina, i teatri stabili di Palermo e Catania, ai quali si aggiunge il prestigioso contributo del Teatro di Roma, uniscono le loro forze per realizzare l’ideale completamento di un dittico ispirato alla grande letteratura di Lev Tolstoj.
Il gioco di passaggi e continui cambi di fronte, l’alternarsi di proiezioni e apparizioni dal vivo, il forte contributo epico delle musiche si presentano come ideale seconda puntata di un dittico che indaga i grandi temi dell’umanità e che Tolstoj paragonava alle grandi creazioni omeriche. Denso di riferimenti filosofici, scientifici e storici, il racconto unisce la forza della storicità e la precisione drammaturgica.
Mescolando personaggi storici e di fantasia, Tolstoj racconta l’epopea di alcune famiglie aristocratiche russe – i Rostov e i Bolkonskij, depositari dei valori autentici e genuini, intrecciate a quelle dei corrotti e dissoluti Kuragin – sullo sfondo delle guerre napoleoniche, dal 1805 alla travolgente insurrezione di tutto il popolo russo nel 1812. Spiccano, nella moltitudine di personaggi, le figure di Noiosa, fanciulla e poi donna di straordinaria purezza e d’indole forte e impetuosa; del principe Andrei, che porta il suo orgoglio nella guerra, nella prigionia e nell’infelice amore per Noiosa; dell’enigmatico e complesso Pierre Bezuchov, capace di autentica adesione al “dolore del mondo”. Grandiosa epopea, toccante esplorazione dei lati oscuri e luminosi dell’animo umano, Guerra e pace si ripropone, di generazione in generazione, con immutata immediatezza e rara capacità di avvincere nel profondo.

martedì 28 gennaio – ore 10

a torto o a ragione

di Ronald Harwaod
regia e adattamento Giovanni Anfuso
con Stefano Santospago, Simone Tani Giampiero Cicciò, Liliana Randi, Luigi Nicotra produzione Teatro Stabile di Catania
Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Teatro Vittorio Emanuele di Messina

A torto o a ragione è la storia di Wilhelm Furlwangler ( 1886-1954), famoso direttore d’orchestra arrivato al culmine della propria corriera proprio nel momento in cui Adolf Hitler prendeva il potere in Germania. Piuttosto che andare in esilio, come molti dei suoi colleghi, Furtwangler scelse di continuare a dirigere nella Germania nazista e per questo alla fine della guerra, sarà accusato di essere stato nazista. li testo di Harwood è la drammatizzazione dell’inchiesta, che si svolge nel 1946 a Berlino, nella zona occupata dagli americani. Chi investiga non può (o non vuole} trovare differenze tra un direttore di banda musicale e un grande direttore d’orchestra. Il suo punto di vista è che se si accetta di stringere la mano al diavolo, si è colpevoli.
Dal canto suo, Furlwangler è convinto di non essere colpevole, e per questo all’interrogatorio al quale viene sottoposto risponde convinto di dare spiegazioni plausibili. Dichiara di non aver fatto il saluto a braccio teso ad Hitler, ma un cenno con la bacchetta; di non aver diretto l’orchestra per celebrare il suo compleanno, perché quando ha diretto non era il giorno del compleanno; non è rimasto nella Germania nazista per soldi, o successo, ma per dare ai suoi compatrioti il conforto della musica.
Il suo è un ritratto denso di chiaroscuri e la conclusione della commedia resta aperta: Furlwangler è un criminale o un artista? Qual è il valore dell’arte al serv1z10 della politica? Furlwangler pensava di poter tenere arte e poliHca separale, ma in realtà finì con il dirigere i violini mentre i forni di Auschwitz bruciavano. L’ingenuità non è essa stessa una colpa?

venerdì 11 aprile – ore 10

terra matta

dall’omonima biografia di
Vincenzo Rabito (Einaudi editore) adattamento, regia, scene e costumi Vincenzo Pirrotta
con Vincenzo Pirrotta, Lucia Portale Alessandro Romano, Marcello Montalto e con Luca Mauceri
(percussioni, elettronica, chitarra classica) Mario Spolidoro
(organello, chalumeau, chitarra)
Salvatore Lupo
(violino, violoncello)
produzione Teatro Biondo Palermo Teatro Stabile di Catania

Vincenzo Pirrotta parta in scena una nuova edizione dell’adattamento teatrale di Terra matta, l’eccezionale autobiografia di Vincenzo Rabito, contadino siciliano analfabeta che ha lasciato un’appassionata testimonianza della storia del Novecento italiano attraverso emozionanti e suggestive pagine dattiloscritte, pubblicate nell’omonimo libro edito da Einaudi. Classe 1899, Rabito visse gran parte della sua vita in condizioni drammatiche: fin dalla prima infanzia si dedicò al faticoso lavoro nei campi per mantenere sei fratelli e la madre vedova, passando poi per le trincee durante la Prima Guerra Mondiale, sopravvivendo alle bombe della Seconda, alla lame atavica del Sud contadino, lino all’improvviso benessere della «bella ebica» del boom economico.
A rendere unica questa minuziosa autobiografia, dettata dalla necessità di far Ironie a un’estrema battaglia quotidiana portata avanti giorno dopo giorno dal 1967 al 1970, è la lingua: un misto di parole inesistenti, neologismi ricchi di ligure retoriche utili a rendere emozioni e sentimenti di una «molto desprezzata e maletrattata vita». Pirratta riprende in mano il dattiloscritto di Rabito, custodito dal 1999 all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, per dare voce, e nuova vita, a quella che è stata definita una straordinaria epopea dei diseredati.

martedì 13 maggio – ore 10

LA CHUNGA

di Mario Vargas Uosa
regia Carlo Sciaccaluga
con Debora Bernardi e Francesco Foti
produzione Teatro Stabile di Catania Teatro di Roma – Teatro Nazionale

La Chunga è la pièce di Vargas Uosa più conosciuta e rappresentata al mondo. Ambientata a Piuro, in Perù; la trama rievoca la notte in cui Josefino, dopo aver perso tutto ai dadi, vende Meche, una giovane e bellissima donna a Chunga, la padrona del bar dove si svolge l’azione. Cosa successe veramente tra Chunga e Meche nella camera da letto al piano di sopra? A distanza di anni, ognuno dei quattro uomini dà vno svo versione dei fatti; Meche è sporito, non può confermare né smentire, Chunga si asserraglia nel silenzio. La scena diventa un mosaico di ricordi e immaginazione, verità e menzogna, passato che rincorre il presente, che è forse la sintesi profonda della letteratura di Vargas Uosa. La pluralità delle versioni coinvolge il pubblico in un viaggio tra realtà e finzione, sottolineando la natura soggettiva delle nostre percezioni. Altro tema caro a Uosa: il rapporto tra uomini e donne e l’eros. Il desiderio erotico spinge l’essere umano alla meraviglia e ali’ orrore, all’amore e alla violenza. Le fantasie dei quattro uomm1 rivelano un universo maschile ora dominato dal desiderio di possesso e controllo, ora dall’asservimento idolatrico al femminile: la vecchia, drammatica contrapposizione tra donna-ornante e donna-madre. La mediazione tra queste due percezioni del femminile da parte del maschile rimane irrisolta nella nostra cultura e gli esiti di questo fallimento culturale sono troppo spesso tragici, dolorosi, ingiusti e violenti. L’unica via d’uscita per la donna sembra essere la fuga, o il silenzio, preservando un mistero inaccessibile al maschio: forse è così che Chunga riesce, se non a vendicarsi, almeno a difendersi.

Martedì 18 febbraio – ore 10
Mercoledì 19 febbraio – ore 10
Giovedì 20 febbraio – ore 10
Venerdì 21 febbraio – ore 10
Sabato 22 febbraio – fuori abbonamento

LA PIANTA DELLA PAROLA

fiaba musicale da Luigi Capuana
drammaturgia e regia
Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi
musiche originali
Ettore O’ Agostino
con Daniele Bruno, Massimo Giustolisi Marina Puglisi, Irene Tetto
e altri attori da definire
in collaborazione con Associazione Buio in Sala

La Chunga è la pièce di Vargas Uosa più conosciuta e rappresentata al mondo. Ambientata a Piuro, in Perù; la trama rievoca la notte in cui Josefino, dopo aver perso tutto ai dadi, vende Meche, una giovane e bellissima donna a Chunga, la padrona del bar dove si svolge l’azione. Cosa successe veramente tra Chunga e Meche nella camera da letto al piano di sopra? A distanza di anni, ognuno dei quattro uomini dà vno svo versione dei fatti; Meche è sporito, non può confermare né smentire, Chunga si asserraglia nel silenzio. La scena diventa un mosaico di ricordi e immaginazione, verità e menzogna, passato che rincorre il presente, che è forse la sintesi profonda della letteratura di Vargas Uosa. La pluralità delle versioni coinvolge il pubblico in un viaggio tra realtà e finzione, sottolineando la natura soggettiva delle nostre percezioni. Altro tema caro a Uosa: il rapporto tra uomini e donne e l’eros. Il desiderio erotico spinge l’essere umano alla meraviglia e ali’ orrore, all’amore e alla violenza. Le fantasie dei quattro uomm1 rivelano un universo maschile ora dominato dal desiderio di possesso e controllo, ora dall’asservimento idolatrico al femminile: la vecchia, drammatica contrapposizione tra donna-ornante e donna-madre. La mediazione tra queste due percezioni del femminile da parte del maschile rimane irrisolta nella nostra cultura e gli esiti di questo fallimento culturale sono troppo spesso tragici, dolorosi, ingiusti e violenti. L’unica via d’uscita per la donna sembra essere la fuga, o il silenzio, preservando un mistero inaccessibile al maschio: forse è così che Chunga riesce, se non a vendicarsi, almeno a difendersi.

Martedì 25 marzo 2025 – ore 10
Mercoledì 26 marzo 2025 – ore 10
Giovedì 27 marzo 2025 – fuori abbonamento

anima mundi

testi a cura di Piero Ristagno regia Monica Felloni
con Compagnia Nèon Teatro produzione Nèon Teatro

Trentadue anni dopo Giordano Br’!no, nasce od Amsterdam Boruch Spinoza. E nella suo vicenda umano e nel suo pensiero, coraggiosamente praticato, che Nèon Teatro trovo linfa per alimentare il proprio stupore e proporlo agli occhi degli spettatori. Animo Mundi è lo danzo ispiralo del gesto imprevisto, dell’inciampare nel fonema che non risuono, è il conto corale dei corpi in scena che confermano lo proprio esistenza in vita. Potrebbe essere lo Vito ciò che chiamiamo Animo. Uno spettacolo dedicato allo poesia, allo generosità dello parola che smuove i corpi nello inconsueto formo che assumono in sogno. Ahi, vederli i corpi così esposti o tutti gli affanni del mantenersi in vita, che tenerezza procuronol Non bisogno guastarsi gli occhi, occorre preservare lo sguardo, prevedere il futuro, farlo accadere. Insieme

ATTIVITA’

  • Per gli spettacoli riservati agli studenti è previsto l’incontro con le compagnie
  • PROVE APERTE Il Teatro Stabile di Catania accoglie studenti e docenti alle Prove Aperte di alcuni spettacoli di produzione per vivere da vicino il complesso lavoro di un allestimento teatrale.

Le scuole per partecipare possono prendere accordi scrivendo o telefonando a: 095 7310843 – scuola.teatrostabilect@gmail.com