Non domandarmi di me, Marta mia

Calendario rappresentazioni

di Katia Ippaso

intorno al carteggio Luigi Pirandello – Marta Abba
regia di Arturo Armone Caruso
assistente alla regia Giulia Dietrich
musiche originali Maria Fausta
scene Francesco Ghisu
disegno luci Giuseppe Filipponio
image designer Elio Castellana

con Elena Arvigo

produzione Nidodiragno/CMC

Nell’oscurità, una presenza sonora, incandescente. New York, gli anni trenta, la “Città all’impiedi” di Céline. Una lanterna magica accende vorticose immagini notturne, quasi un divertissement, ma mi- naccioso. Un teatro d’ombre, la città in movimento, lettere, foto in bianco e nero, estratti filmati, nuvole che si addensano. Anche la camera dell’albergo newyorkese di Marta Abba è un caleidosco- pico comporsi e scomporsi di forme: inquadrature che inseguono il fluire del testo e della tessitura musicale. Dall’ombra, emerge come in un lampo, fascinosa, l’attrice: Marta Abba.
“È giovanissima, di meravigliosa bellezza. Capelli fulvi, ricciuti, pettinati alla greca. La bocca ha spesso un atteggiamento doloroso, come se la vita di solito le desse una sdegnosa amarezza; ma se ride, ha subito una grazia luminosa, che sembra rischiari e avvivi ogni cosa”. L’amarezza e la gioia, il fantasma e la realtà, il personaggio e la maschera. Nella notte, precipitati “d’improvviso, brutalmente in un’al- tra era, in un altro tempo, più tenebroso”, chi è che ci parla? Pirandello attraverso Marta Abba o Marta Abba attraverso Pirandello? L’uno e l’altra. Incarnati.
In un viaggio notturno attraverso i passaggi di una corrispondenza dalla quale affiora pulsante l’emozione, l’attrice, dando una precisa tonalità orfica al testo, fa emergere il lungo, intenso e per tanti versi doloroso rapporto tra Luigi Pirandello e la sua attrice musa, Marta Abba.
I temi dell’impossibile fusione amorosa, del senso dell’arte, di cosa si vale realmente, della vecchiaia inesorabile, della morte e della forma, anche quella dell’arte, che soffoca la vita irrompono sulla scena lasciandoci al termine dello spettacolo con il sentimento di una irrimediabile perdita, di una minaccia incombente.
Luigi Pirandello e Marta Abba si allontanano all’infinito nella glaciale notte newyorkese, alla frontie- ra tra la vita e la morte, all’alba dell’immane catastrofe, di un’epoca buia che lo stesso Pirandello sentiva avvicinarsi.
Arturo Armone Caruso

Informazioni

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Via G. Fava 35, Catania

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tel +390957310856 (Botteghino)

Aperto
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dal martedì al sabato: dalle 10.00 alle 19.00
domenica e festivi chiuso

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