Il punto di partenza di Francesca Giancaspro è stata una qualunque famiglia borghese italiana, grazie alla quale ha potuto scardinare tanti meccanismi molto più estesi nella nostra società.
“Il mio obiettivo – dice nelle note di regia – era di entrare e far entrare il pubblico all’interno di questi ingranaggi, far sì che ci sedessimo a tavola tutti insieme e potessimo riderci quanto rifletterci su.
La libertà di espressione e l’accettazione di sé sono due facce della stessa medaglia, che è molto difficile guadagnare in un mondo che ci vuole performativi e non autentici, in perfetto orario e non in ascolto con i nostri tempi, che ci riempie di aspettative, ruoli da adempiere e maschere da indossare.
La famiglia Borghesi mi ha dato la possibilità di servire su una tavola natalizia, una serie di scottanti e inconvenienti sottotemi sociali molto discussi (sessualità, identità di genere, religione, politica, etc.). E non è stato facile evitare un grande scontro generazionale.
Inconvenienti borghesi è un grande gioco illusionistico in cui tutti mentono consapevolmente a se stessi e agli altri, e non sarà nemmeno il Natale, l’archetipo per eccellenza di unione, amore, perdono e accoglienza, il momento propizio per togliersi le maschere”.