Un capolavoro della maturità di Pirandello, forse in assoluto il meno frequentato, scelto da un regista come Luca De Fusco che ha invece molto frequentato l’autore siciliano e che decide di portarlo ora in scena con una delle stelle nascenti del panorama attoriale italiano, Lucia Lavia, certamente all’altezza della grande interpretazione che pretende un testo tanto aspro, ostico e misterioso.
Con Come tu mi vuoi De Fusco prosegue nella sua ricerca su Pirandello, ma lo fa – tra l’altro da direttore del Teatro Stabile di Catania – con l’intenzione di inaugurare un preciso progetto volto a illuminare le aree meno consuete del repertorio pirandelliano. E come già con Così è (se vi pare) si allontana da ogni connotazione caricaturale dei personaggi per lasciare avanzare atmosfere quasi cinematografiche, da noir anni ’40, e sottolineare la drammatica, solitaria chiusura di tutti i personaggi, a cominciare proprio dall’Ignota, con la sua ricerca sull’identità personale.
In una scenografia ispirata alla galleria degli specchi de La signora di Shangai di Orson Welles, i frammenti del proprio riflesso rimanderanno alla protagonista l’inquietudine fondamentale del suo personaggio: rivedersi le richiamerà all’incubo di non conoscersi. Così De Fusco proseguirà la sua storica collaborazione con la scenografa Marta Crinolini Malatesta e anche con Gigi Saccomandi, che userà le luci proprio come ritagli di inquadrature cinematografiche, anch’esse al servizio di un Pirandello cupo e carico di esistenzialismo, più che mai vicino al nostro tempo.