I figli della frettolosa è uno spettacolo che affronta il tema della cecità e del significato più ampio che ha oggi la parola “vedere”. In un mondo iper-eccitato dal bombardamento di immagini e suoni, che sempre più neutralizzano i nostri sensi forti – vista e udito – l’attenzione dell’individuo è sempre più distante dalla vera conoscenza dell’essere, dell’esistenza.
Il punto di vista qui è allora quello di un cieco, di chi guarda ma non vede, percependo la realtà circostante in modo differente. La cecità è messa in scena allo stesso tempo come esperienza di vita reale, fisica, e come concezione metaforica, sinonimo di una miopia sociale ed esistenziale che ci riguarda in prima persona. Bastoni bianchi e occhiali scuri, andatura traballante e movimenti timorosi, ma anche ostinazione, entusiasmo, desiderio di rivalsa: un coro di ciechi come emblema di umanità, allegoria di una società smarrita e insicura, mai arrendevole.
I figli della frettolosa ha debuttato per la prima volta nell’ottobre del 2019 e nasce a partire dai singoli laboratori realizzati di volta in volta in diverse città. L’idea è di Gianfranco Berardi, attore e autore non vedente, e di Gabriella Casolari, attrice e autrice, che con la propria compagnia, in maniera reale e in maniera allegorica, utilizzano il tema della cecità e della mancanza come perno della propria poetica.
Anche a Catania la messa in scena sarà preceduta dal laboratorio dedicato a persone con disabilità visive (non vedenti o ipovedenti), ad attori e allievi attori, in programma dal 2 al 6 novembre.
Il laboratorio viene messo in pratica facendo perno su diverse tecniche teatrali (training fisico, training vocale, esercizi di improvvisazione verbale, di improvvisazione scrittoria, di analisi e indagine della scena).
L’intenzione è quella di condurre i partecipanti alla creazione di un atto unico in cui il racconto di se stessi possa essere una maniera per raccontare il mondo e, al contempo, per raccontare la realtà che ci circonda.